sabato 8 ottobre 2011

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Il kamasutra delle farfalle. E quello delle giraffe. Se pensi al rito dell'amore ti stupisce accorgerti che sia davvero di tutti e che gli uomini non hanno un privilegio dell'amore. Non esiste.  Anche i topi si amano. Non ho dubbi. L'amore non conosce privilegi. Solo forme diverse e non classificabili. E non sa cosa sia l'ingiustizia. Glielo abbiamo insegnato noi. Ogni volta che lo neghiamo, che lo circumnavighiamo. Gli spezziamo addosso spigoli. E svoltiamo angoli furtivi. Quando gli saltiamo addosso. Come canguri furiosi. Si amano anche quelli.

 Fuori o dentro la sacca?

Ma lo sanno cosa è la follia? E i baci languidi degli elefanti? Esistono?

Si fanno anche loro promesse?

Non oso immaginare cosa accade quando vengono infrante.

Tutto diventa delicato e difficile. Perchè è raro. Ciò che è prezioso sfugge alle regole. E si mimetizza nella discrezione dolcissima e pura della semplicità. Mi piace pensare, invece, che il delirio sia un privilegio degli uomini. Se solo sapessero farne tesoro.

Qualcuno ha dormito nel mio letto di terra ed erba stanotte.

E mi ha rubato l'odore amaro del buio.

Adesso ho labbra livide e consunte per la nostalgia delle stelle.

Potrei ricucirci sopra una storia.

Fatta di parole bislacche.

Qualche virgola.

E una verità di tulle e mughetti.

Ed un graffio sul labbro.


Il mondo è stracolmo di amore. Un amore strano e goffo. Strabordante. Quasi irritante. Lo trovi sulle foglie e scivola  veloce come una goccia. Bagna e lascia scie. Un dito che sfiora un tronco. Amore che urla e che non riusciamo ad ascoltare. Ad afferrare. Anche solo per picchiarlo e lasciarlo andare via. Basterebbe fermarsi e ridergli incontro. E respirarlo come fumo e fiamma viva e crudele. Perchè l'amore rende sempre un pò ridicoli. Quasi pazzi. E nessuno osa dirtelo. Sussurri e rossori. Umori e lucchichii.Tutti dietro al sangue che circola furioso.

Io non oso dirtelo ma mentre ti mordo vorrei sentirti tremarmi sotto.

E vorrei nascondermi nel tuo odore.

E annodarmi al tuo gomito.

E riderti addosso.

Mentre mi parli nell'ombelico.

Nessuno gli racconta mai le favole.

E non riesce ad addormentarsi.  

Sarebbe questa la normalità che non ha nomi e regole.

Senza tempo e senza paura.

Vieni con me nella mia culla di terra muta.

Cruda e sincera.

Ho solo aria ed una ferita.

E non so nascondermi. 

Sarebbe bello cucirci le vene e lasciare le nostre ferite vicine.

Più dell'amore.

Di quello che chiamano così.

Più delle sponde.

Di un fiume segreto.

In cerca della luce.


Solo così riuscirei a non avere più paura di lasciarti andare via. 

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